martedì 4 giugno 2013

Antipasti - Insalata russa

Sabato sera, per la cena della nostra Associazione culturale, abbiamo preparato l’insalata russa, che è un piatto molto conosciuto e gustoso, e non ha bisogno di presentazioni.
Ne esistono molte versioni, con le uova, col tonno, con i gamberi. Noi abbiamo preparato quella che ci piace di più, basic, ma voi potete sbizzarrirvi!

Ingredienti per 4 persone

250 g patate
100 g carote
100 g zucchine
100 g piselli congelati o freschi
1 barattolo di sottaceti (100 g)
1 barattolo di maionese (250 g)

Per le decorazioni
1 peperone rosso
olive verdi

Il procedimento è semplice, basta lavare e tagliare a dadini tutte le verdure, prendendo come misura quella dei piselli. Quindi patate, carote, zucchine e piselli vanno cotti in acqua salata (noi lo abbiamo fatto separatamente per ogni verdura) e poi scolati molto bene e lasciati freddare.
Abbiamo poi aggiunto un barattolo di sottaceti misti, la cosiddetta giardiniera, ovviamente scolati e tagliati della stessa misura delle altre verdure. Infine, si mette tutto in una ciotola, si condisce con un po’ di olio e aceto, sale e pepe. Quando le verdure sono fredde, si aggiunge la maionese e si mescola delicatamente.


Mettete l’insalata russa in una ciotola e lasciatela riposare in frigo per un’ora. Infine decorate a piacimento! Noi qui abbiamo usato olive verdi denocciolate e un peperone rosso tagliato col pelapatate.
Che ve ne pare?


lunedì 13 maggio 2013

Fiori di zucca ripieni in tempura

Ci avete dato per dispersi? Be’, quasi.
Scusate l’assenza prolungata, ma il lavoro chiama. Tra l’altro stiamo partecipando alla sfida di Cuoco di Fulmine - Tutti cuochi per te, sponsorizzata da PONTI.
Quindi nelle prossime settimane saremo più presenti. Promesso!


Oggi abbiamo questa ricetta/non ricetta, veloce e buona per ogni occasione.
Il tempura in verità sarebbe il fritto misto di verdure giapponese. Oggi questo termine si usa più spesso per indicare la pastella leggera che ha delle differenza rispetto alla tipica pastella italiana da frittura. La prima caratteristica è che si usano ingredienti freddi, la seconda è che si usa l’acqua frizzante, la terza è che noi la facciamo con la farina di riso.

INGREDIENTI

Per la pastella
100 g di farina di riso (oppure 50 g di 00 e 50 g di farina di riso)
1 uovo
100 ml di acqua frizzante
1 pizzico di sale

6 fiori di zucca
3 alici sott’olio (dissalate sarebbe meglio)
1 mozzarella o formaggio a piacere
olio di semi o evo

Mettete in frigorifero la farina, l’acqua, l’uovo e la ciotola per la pastella, perché il segreto della leggerezza del tempura sta tutto qui.

Lavate i fiori, fateli scolare su un panno asciutto e puliteli togliendo il gambetto e estraendo i pistilli, ma lasciandoli se possibile interi. Tagliate a fettine piccole la mozzarella e dividete a metà i filetti di acciuga. Mettete poi in ogni fiore un mezzo filetto e due fettine di mozzarella (noi qui abbiamo usato un formaggio tipo fontina).


Richiudeteli e immergeteli nella pastella che avete preparato sbattendo l’uovo con una presa di sale insieme a poca acqua e incorporando poi la farina di riso e la restante acqua fredda. La pastella deve essere abbastanza liquida. Riponetela in frigo per almeno 15 minuti prima di immergervi i fiori ripieni.

Mettete intanto sul fuoco una padella a bordi alti con l'olio di semi o evo. Quando è caldo, adagiatevi i fiori impastellati. Pochi minuti di frittura da una parte e dall'altra, girandoli con delicatezza. Poi scolate i fiori e metteteli sul foglio di carta da cucina, per eliminare ulteriore olio in eccesso. Un pizzico di sale e GNAM!


giovedì 4 aprile 2013

Chocolate Crinkle Cookies e Associazione Progetto Endometriosi

Oggi sono in campagna dai miei, un po' di relax ogni tanto ci vuole! Fuori, la primavera gioca a nascondino; dentro, il camino è acceso e la coperta di lana sul bracciolo del divano non stona con il fatto che sia già Aprile.

Questo post lo scrivo col cuore, più degli altri. Perché? Be’ è semplice. Da 7 anni faccio parte di un gruppo di 3 milioni (3.000.000!!!) di DONNE STRAORDINARIE che in Italia sta lottando contro una malattia che, nonostante i numeri, è sconosciuta ai più. Si chiama Endometriosi.

L'Associazione Progetto Endometriosi (A.P.E. Onlus), fondata e gestita da chi ha la stessa nostra patologia, ci sostiene fortissimamente. “LA FORZA NEL SILENZIO” è il progetto di informazione targato A.P.E. Onlus che ci accompagnerà per tutto il 2013: si tratta di un'iniziativa nata in collaborazione con la web agency Layoutweb e che consiste in un concorso fotografico che consenta di far conoscere il delicato tema dell'endometriosi. Il regolamento completo è disponibile sul sito www.laforza.apeonlus.com.

Il concorso è aperto a tutti, uomini e donne; si può partecipare con una foto che ritragga un soggetto femminile, rispettando il tema: la FORZA e l'ENERGIA che le donne dimostrano di avere nei momenti di solitudine, quando non si sentono capite e comprese. I premi in palio sono stati donati da aziende del mondo della moda, Borsalino e Toy G. Per stimolare i partecipanti sono stati coinvolti nel progetto, come giudici, alcuni personaggi del mondo dello spettacolo e del web (ad esempio la foodblogger Chiara Maci) che selezioneranno ogni mese, tra le tre più votate sul web, la foto che riterranno più meritevole.
 

Volevo parlarvi di questo progetto e allo stesso tempo fare un piccolo regalo a tutte le “apine” che ci seguono e che tifano per me - come io per loro - affinché le nostre vite siano il più serene possibili. Siamo forti, ragazze! E siamo TANTE!

Ho pensato quale ricetta inserire, ho pensato a qualcosa di coccoloso, qualcosa per cui valesse la pena sgarrare la dieta e da assaporare senza sensi di colpa. Daniele mi ha suggerito i Chocolate Crinkle Cookies perché, diciamocelo, una coccola al cioccolato non si nega a nessuno!  Li conoscete tutti, no? Credo siano i biscotti al cioccolato più famosi del mondo. Ogni blog di cucina ha la sua personalissima versione, ebbene vi regalo la mia (ispirata a tanti altri foodbloggers, tra cui Briciole di Bontà) che al posto del cioccolato fondente prevede una crema simil Nutella. Potete usare proprio questa, oppure la Nellina che dalle mie parti è altrettanto famosa vista la vasta produzione di nocciole di questo territorio. Insomma, fate voi.

INGREDIENTI

240 g di Farina 00
1 e ½ cucchiaini di lievito per dolci vanigliato
1 cucchiaio di cacao amaro
1 pizzico di sale
220 g di crema di nocciole e cioccolato (simil Nutella o Nellina)
50 g di burro
70 g di zucchero di canna
1 uovo grande
1 cucchiaino di rhum
2 cucchiai di latte

Per decorare:
Zucchero semolato
Zucchero a velo

In una ciotola setacciate la farina, il lievito, un pizzico di sale e il cacao amaro. Poi mescolate con una spatola di silicone la crema al cioccolato con il burro a dadini, a temperatura ambiente. Sbattete con le fruste l’uovo, lo zucchero, il rhum e poi aggiungete il composto di cioccolato e burro. Otterrete una consistenza piuttosto liquida. Ora aggiungete gradualmente la farina, alternandola ai cucchiai di latte. All’inizio potete aiutarvi ancora con le fruste, poi il composto diventerà più sodo e dovrete proseguire con un cucchiaio di legno o silicone. Quando la farina sarà completamente assorbita, avvolgete l’impasto con la pellicola e mettetelo in frigo per un paio d’ore (o anche tutta la notte). Deve solidificarsi, affinché possiate poi prelevarne piccole quantità per formare palline di circa 2 o 3 cm. Non scaldatele troppo con le mani! Rotolatele subito nello zucchero semolato e poi in quello a velo. Devono esserne ricoperte.


Poi disponetele, leggermente distanziate, su una teglia rivestita di carta forno e schiacciatele un pochino col fondo di un bicchiere.


Fate cuocere a 170° per circa 10 minuti. Non fateli cuocere troppo, dentro devono essere morbidi, mentre fuori si formeranno le tipiche crepe, non per niente si chiamano Crinkle Cookies.


Godeteveli!


Vi ricordo che potete donare il 5XMILLE all'A.P.E. Onlus. Nel modulo della DICHIARAZIONE DEI REDDITI inserite il codice fiscale: 91130230351 e firmate nel riquadro: ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE DI UTILITA' SOCIALE. Grazie di cuore da parte di 3 milioni di donne italiane che anche se sono bellissime, fortissime e apparentemente sane, lottano ogni giorno in silenzio.


Apine, facciamo sentire il nostro ZZZZZ ZZZZ ZZZZ ZZZZZ

Per restare in contatto, seguiteci anche sulla pagina Facebook di Cucinando in due.

sabato 30 marzo 2013

Pizza di Pasqua pecorino e pepe

Domani è Pasqua… Siete pront*?! Cosa avete preparato di buono? Noi quest’anno abbiamo deciso di pranzare in un ristorante delle nostre zone. Per una volta, ci vogliamo godere la Festa in santa pace, senza stress, senza fatiche, senza pensieri. Una giornata a ritmi lenti, lentissimi.

Però c’è una cosa che a casa nostra MAI mancherà: la pizza di Pasqua salata di nonna Giulia! Ah, la dovete provare. Non si può raccontare quanto è buona e non potete immaginarlo neanche dalle foto. È semplicemente divina.
La ricetta è questa:

Non ci avete capito nulla? Be’, in effetti. Nonna, 87 anni compiuti il 7 marzo, l’ha scritta di suo pugno stamattina. È per quella cosa che fate voi col computer, ci ha detto. Però la devi ricopiare in bella perché, lo sai, io mica ho studiato, c’ho la terza elementare io!
Bella la mia nonnina!


INGREDIENTI
4 uova
1 bicchiere d’acqua tiepida
1 e ½ panetti di lievito di birra (35 g circa)
1 bicchiere di olio EVO
1 e ½ etto di formaggio pecorino grattugiato
2 cucchiaini di sale
2 cucchiaini di pepe
Farina 0 q.b.

Prendete una grossa ciotola, sbattete le uova, aggiungete l’olio, il pecorino e mezzo bicchiere d’acqua tiepida. Mescolate bene, poi aggiungete il pepe e il sale. Nel frattempo sciogliete il lievito nell’altro mezzo bicchiere d’acqua tiepida e versatelo nella ciotola insieme a tutti gli altri ingredienti. Iniziate ora a versare qualche cucchiaio di farina. Non saprei dirvi quanti. L’impasto deve essere molto molto molto morbido. Lavoratelo per un po’ con le mani sulla spianatoia o sul tavolo, delicatamente. Poi mettetelo in una teglia dal bordo alto e fate lievitare per un’oretta abbondante, in ambiente caldo. Noi avvolgiamo la teglia con uno straccio di lino e poi la copriamo con una coperta di lana.
Una volta avvenuta la lievitazione mettete in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti circa, finché la superficie diventerà dorata.


Pronta. Perfetta. Non è Pasqua senza pizza salata.
Questa ricetta è un dono per noi, e per tutti voi. Un dono che profuma di passato, di lievito e farina, di mani sciupate dal lavoro, rughe profonde che sanno di sole e di campi, occhi trasparenti e capelli arruffati, dialetti e merletti… un dono caldo, che sa di casa.
Fatene buon uso!
Un abbraccio enorme da me e Daniele: ché il Bene che vi avvolge cresca col vento del mattino…
BUONA PASQUA!

sabato 23 marzo 2013

Di crostate ed everyday life...

Be’ ve lo devo proprio dire, mi sa che questo blog si chiamerà presto “Cucinando da sola”. No, io e Daniele non ci siamo lasciati, sebbene a qualcuno farebbe molto piacere… ehm…
La questione è molto più toccante: mi ha trattato male le mozzarelle di bufala!
Ebbene sì, suo papà ci ha portato direttamente dalla Campania più di un kilo di mozzarelline di bufala, ancora calde, nella loro scatolona di polistirolo.

(Primavera. Interno sera) Amore ci pensi tu? Le ultime parole famose: Sì, sì, TRANQUILLA!
Ecco, quel tranquilla mi ha allarmato. Giusto in tempo per affacciarmi in cucina e vedere la salamoia tiepida scivolare nel lavandino. AAAAAARGH! Ma che hai fatto? Ho tolto l’acqua. Eh, lo vedo, appunto, NON SI FA! Perché? Perché si seccano, si rovinano, tra un’ora sono da buttare! (Sì, la dolcezza è una qualità che perdo facilmente). Morale della favola, ci siamo mangiati un kilo di mozzarella per cena. Be’, che sono quelle facce? Erano davvero freschissime. Slurp. J

Tanto per riprenderci dalla scorpacciata abbiamo fatto qualche crostata.



Dite che abbiamo esagerato? Ma no. Le crostate, pronte e cotte, si possono anche congelare, se riuscite a farle arrivare in freezer prima dell’ingresso in cucina di amici e parenti che “oh, le crostate, che buone! Sai che la mattina mi piace TANTISSIMO fare colazione con la crostata?”… Ah, sì, che ne vuoi un pezzo? Ecco, diciamo mezza. Ma anche tutta, dai…
Ci siamo capiti.

Ingredienti per pasta frolla

200 g farina 00
½ cucchiaino di lievito per dolci
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di zucchero
100 g burro
1 uovo
1 cucchiaio d’acqua

Questa dose è per una crostata, la resa è di circa 400 g. Per un’ottima pasta frolla, detta anche pâte sucrée, vi consigliamo di usare ingredienti e utensili freddi e di maneggiare l’impasto il meno possibile.
Innanzitutto setacciate la farina in una ciotola, unite sale, lievito e zucchero e mescolate con le mani. Prendete poi il burro, tagliatelo a dadini e sfregatelo tra le dita insieme alla farina, fino ad ottenere nella ciotola un composto dall’aspetto sbriciolato ma di colore uniforme. Al centro di questa “sabbia” fate un cratere in cui versare l’uovo sbattuto. Iniziate ad impastare, aggiungendo anche un po’ d’acqua se necessario, pochissima alla volta. L’impasto deve diventare omogeneo, liscio e regolare. Appena diventa così, smettete di lavorarlo, altrimenti si indurisce. Ora avvolgetelo nella carta oleata o nella pellicola e mettetelo in frigo per una mezz’oretta.

Il resto è semplice. Stendete la pasta formando un disco un po’ più largo della teglia che intendete usare.
Srotolatelo sopra la teglia e tagliate i bordi con un coltello a lama liscia. Prendere un po’ della pasta rimasta e formate una piccola pallina con cui premere delicatamente la pasta frolla nella teglia, per farla aderire ai bordi e alle eventuali scanalature. Ora bucherellate il fondo con una forchetta e riempite di marmellata a vostro piacimento, noi abbiamo usato quella fatta da mamma Pia con le prugne regalate da uno zio. Con la pasta avanzata formate la decorazione che più vi piace. La classica griglia si fa con striscioline di 1 cm circa. Infornate a 180° per 20-30 minuti, a seconda del forno.


Nel caso in cui voleste riempire la crostata con una farcitura che non deve cuocere, coprite il fondo con un disco di carta forno e riempitelo di fagioli secchi così che non si gonfi. Si chiama “cottura in bianco” e di solito bastano 15 minuti a 180°.

Buon weekend!
Ps. vi ricordiamo la nostra nuova pagina facebook: CUCINANDO IN DUE - Blog

martedì 19 marzo 2013

Dolci - Le ciambellette al vino di zia Adele

Buongiorno! Finalmente oggi splende il sole. Quanto durerà?! Mah, che importa, sembra già primavera… Oggi è la Festa del papà, quindi augurissimi a tutti i papà del mondo! La nostra ricetta però non c’entra nulla con questa Festa… e te pareva. J
Dunque, le “ciambellette” in questione sono un omaggio a mia zia Adele, una donnina fantastica con una forza e una simpatia indirettamente proporzionali alla sua statura. Ci ha lasciati 7 anni fa e quest’anno avrebbe compiuto 100 anni! Gran parte della mia vita l’ho trascorsa in casa sua… a disegnare mentre lei si dedicava imperterrita alla Settimana Enigmistica. Mi ha insegnato a ricamare a punto croce, a fare il caffè a 1000 (ricetta segretissima, solo per pochi eletti) e a preparare le ciambellette col vino. In casa sua non mancavano mai, se si accorgeva che stavano finendo accendeva il forno e iniziava ad impastare gli ingredienti. Le teneva in una scatola di latta, di quelle vecchissime, con la grafica in stile Belle Époque. Erano la merenda di pomeriggi bellissimi, passati intorno al tavolo rotondo della sua cucina.
Ora, queste ciambelle sono avvolte dal mistero perché tutti in famiglia le prepariamo ma a nessuno vengono come le sue. Le dosi, come vedrete, sono semplicissime e quindi non ce ne capacitiamo. La friabilità, il sapore, l’aspetto… ormai è diventata una gara tra parenti! C’è chi sostiene che dipenda dal forno, chi dal modo di impastare, chi dal vino o dall’olio che usava.
La cosa straordinaria comunque è che ogni tanto entro nel palazzo dove sono cresciuta (in ogni appartamento c’è qualche familiare) e sento quell’odore inconfondibile: qualcuno sta facendo le ciambellette! E infatti poco dopo suonano alla porta e trovo mia nonna Francesca o mia zia Lella con un piattino in mano: “Che dici, stavolta gli somigliano?”. J

Se le fate, per favore, inviatemi una foto. Chissà, magari tra voi c’è qualcuno che riesce a riprodurle tali e quali.

Con questa ricetta partecipiamo al contest “Storie intorno a un tavolo…” di Marta, Margot e Maria Rosa.

http://researchandkitchen.blogspot.it/2013/02/tre-blogger-due-anni-e-un-contest.html 
Ingredienti
1 tazza d’olio evo
1 tazza di vino bianco secco
1 tazza di zucchero semolato
1 bustina di lievito per dolci
Farina 00 q.b.

Mescolate bene tutti gli ingredienti, aggiungendo la farina finché il composto risulterà molto morbido. Lavoratelo con le mani, deve essere un po' appicicoso. Per intenderci, la pasta è "molliccia", non riuscite a formare uno gnoccone da chiudere a forma di O. Dovete invece prendere un po' di pasta e con le mani darle la forma a ciambellina direttamente sulla carta forno, nella teglia. Infornate a 180° per 30 minuti circa. Ogni forno è diverso, dovete controllare quando diventano dorate e non fatele cuocere troppo!
Ecco fatto, semplicissimo.
Ciao zietta, che dici, gli somigliano?


Ringraziamo per i due premi "Versatile Blogger" le nostre amiche dei foodblog Blueberry Muffin Bakery e Profumo di Cannella, grazie di cuore ragazze!!



lunedì 18 febbraio 2013

Varie - Marmellata di Kumquat


Il kumquat, o mandarino cinese, è il frutto di un piccolo albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Rutaceae. In particolare, quello che noi abbiamo in giardino e con cui abbiamo preparato la marmellata, è del genere “Fortunella margarita” (chiamata in Giappone Nagami): forma ovale, buccia liscia e ricca di oli essenziali, di colore verde quando è acerba e giallo-arancio nel pieno della maturazione.

I frutti del kumquat sono ricchi di potassio, vitamina C ed A, ma anche acido folico e minerali come il magnesio e il calcio, e sono ottimi digestivi se consumati a fine pasto.

Il kumquat si può consumare fresco, con la buccia, oppure si utilizza in cucina come ingrediente per varie ricette o per farne marmellate. Noi ad esempio lo abbiamo usato al posto dell’arancio per condire le olive secche. Ma la cosa più buona secondo noi è la marmellata, che profuma tutta la casa di un aroma inebriante ed ha un sapore davvero ottimo. Tra le marmellate di agrumi - che amiamo molto - è decisamente la nostra preferita: gusto intrigante, aspra ma non troppo, se chiudi gli occhi inizi a viaggiare in terre lontane con la fantasia.

Ecco le dosi e il procedimento:

INGREDIENTI

1 kg di kumquat
2 piccoli limoni non trattati
700 gr. di zucchero

acqua

Fate bollire i kumquat e i limoni in una pentola piena d’acqua per 15 minuti. Scolate e versate gli agrumi in una ciotola di acqua fredda, lasciate risposare per 24 ore.


Trascorso questo tempo, tagliate i kumquat a metà e togliete i semi. Sì, il rischio di impazzire c’è. Però vi assicuriamo che il risultato ripaga di tutta la fatica. Non perdete la polpa in questa operazione, aiutatevi casomai con un colino per raccogliere i semi. Tagliate a metà i limoni, togliete i semi e spremeteli insieme ai kumquat.  
Ora mettete tutto in una pentola, insieme all’acqua e lo zucchero.

Fate cuocere per 40/45 minuti, girando col mestolo di legno per evitare che si attacchi la marmellata alle pareti della pentola.
Frullate il tutto e versatelo nei barattoli di vetro. Chiudeteli ermeticamente col coperchio e lasciateli riposare a testa in giù (col tappo verso il basso) così da creare il sottovuoto.
Fate raffreddare e godetevi poi questa marmellata buonissima nel modo che più preferite. Anche insieme ai formaggi è ottima.

sabato 16 febbraio 2013

Primi - Canederli (Knödel) in brodo allo speck

Ciao a tutti! Come promesso, ecco la ricetta dei nostri canederli o Knödel. Dunque, la premessa è che per noi la cucina trentina è una questione di cuore perché il nostro primo viaggio insieme - 10 anni fa - è stato in Val di Fassa d’estate. Da lì abbiamo iniziato a coltivare una passione smodata per le Dolomiti e quasi ogni anno torniamo su, esplorando ogni volta una vallata nuova.


L’escursionismo unito alla cucina completa questo amore per i paesaggi in cui lo sguardo si perde, dove i polmoni respirano quell’aria frizzantina che sa di resina e il cuore torna a battere a ritmi lenti. Così, per ricordare le nostre vacanze, ogni tanto facciamo qualche piatto che profuma di montagna e chiudendo gli occhi ci sembra di esser di nuovo lì a camminare in mezzo a prati verdi e a guardare quelle cime che al tramonto si tingono di rosa e ti fanno pensare che in fondo, questo, è un mondo bellissimo per chi sa capirlo.

Ingredienti

330 g di pane bianco raffermo
100 g di speck in una fetta unica
1 cipolla bianca piccola
25 g di burro
2 uova
2 bicchieri di latte
3 cucchiai di farina
2 cucchiai di prezzemolo tritato
sale
erba cipollina
1,5 l di brodo di carne (carote-sedano-porro-cipolla-pomodoro-manzo-mazzetto erbe aromatiche)

Queste dosi ci sono state consigliate da una signora autoctona, ed effettivamente sono perfette. Ovviamente molto dipende dal tipo di pane che usate, che potrebbe assorbire più o meno liquido e quindi lavorando l’impasto con le mani vi renderete subito conto della giusta consistenza.

Il procedimento è piuttosto semplice.
Fate soffriggere la cipolla tritata finemente con il burro. In una ciotola grande mettete il pane tagliato a dadini (senza crosta) e aggiungete poi lo speck tagliato anch’esso a dadini piccoli e il prezzemolo tagliato finemente. Versatevi poi la cipolla soffritta e le uova sbattute insieme al latte. Amalgamate un po’ con le mani e lasciate risposare per circa un’ora.

Nel frattempo preparate un buon brodo misto vegetale col manzo. Noi di solito facciamo bollire 2 carote, sedano, porro, una cipolla divisa in 4 spicchi con alcuni pezzi di carne di manzo con l’osso e un mazzetto di erbe aromatiche (alloro, timo, prezzemolo, rosmarino), questa volta abbiamo anche aggiunto un pomodoro ma potete usare anche uno o due cucchiai di concentrato di pomodoro. Fate bollire in 2 litri d’acqua salata per 1 ora e mezzo.

Aggiungete ora la farina - un cucchiaio alla volta - e un po’ di sale al composto di pane. Sentite la consistenza con le mani: non deve essere troppo molliccia ma neanche soda, aggiustate con farina o latte. Dopodiché bagnatevi le mani e formate i canederli.


Con questa dose ne vengono 8/10, a seconda della grandezza. Filtrate il brodo e versatevi dentro i canederli facendoli bollire per circa 15 minuti. Vi consigliamo di fare la prova con un canederlo per testarne la consistenza e la durata della cottura.

Servite con erba cipollina e, se gradite, parmigiano.










Questa è la nostra nuova pagina Facebook del Blog, vi aspettiamo per scambiarci consigli, ricette e tanto altro. Besos, Cristina e Daniele

Con questa ricetta partecipiamo al contest del blog di Jessica, In mou veritas, in occasione del primo compleanno della sua bimba. Tanti auguri!

http://inmouveritas.blogspot.it/2013/02/primo-contest-wishes-for-pandi.html

mercoledì 13 febbraio 2013

Aggiornamenti e nuova veste grafica!

Buongiorno! Abbiamo latitato per un po' e iniziamo a chiederci come facciano gli altri foodbloggers ad aggiornare i loro siti 5 volte a settimana. Boh, noi siamo stanchi e affamati la sera e anche se ci capita di fare piatti carini e buoni non ci mettiamo lì a far foto e segnare le ricette... perché divoriamo tutto con molto appetito! :-) Perdonateci... finirà che ci dimettermo anche noi come il Papa.

Comunque dicevo, abbiamo latitato un po' perché abbiamo avuto tanto tanto da fare. Questo NON è un post di ricette, ma un piccolo racconto in cui condividiamo con voi qualche informazione.
La prima è assolutamente palese, ossia la nostra nuova veste grafica!!! Che ve ne pare? Ci abbiamo lavorato per un mesetto insieme alla paziente e bravissima Kristine del blog L'Atelier dei Templates. Siamo molto soddisfatti perché finalmente ci sentiamo a casa... questo nuovo look ci rappresenta molto e poi, domani è San Valentino, quale regalo migliore potevamo farci?

http://latelierdeitemplates.blogspot.it/ 
Altre novità riguardano la nostra movimentata vita post-lavoro, perché abbiamo tante passioni oltre la cucina: la pesca (Daniele) e la fotografia (Cristina). Da un mesetto circa abbiamo anche iniziato una nuova avventura con un'Associazione Culturale: dovete sapere che per anni abbiamo fatto parte di un gruppo archeologico che si è occupato di realizzare alcuni sentieri archeo-naturalistici nei boschi delle nostre zone e anche eventi culturali, spettacoli teatrali etc. Nell'ultimo anno e mezzo ci siamo però allontanati da quel gruppo perché, diciamocelo, uno quando fa il volontario deve o divertirsi tanto o sentire di avere una missione. Noi non vivevamo più nessuna delle due cose. Così, un mesetto fa insieme ad altre persone uscite dallo stesso gruppo abbiamo deciso di dar vita ad una nuova avventura: un gruppo archeo-naturalistico in collaborazione con un'Associazione Culturale che da 10 anni lavora sul nostro bellissimo territorio. Questa è la nostra pagina Facebook. L'obiettivo di quest'anno (e credo anche dei prossimi...) è realizzare un impegnativo sentiero che parte dalla cosiddetta Piana di San Valentino per arrivare fino alla Faggeta del Monte Cimino. Un bel percorso ad anello, che possa attirare il turismo del trekking ma anche diventare meta di svago per i nostri concittadini. Abbiamo così tante idee per questo nuovo progetto!!!

Vi starete chiedendo cosa c'entra tutto ciò con la cucina. Beh, apparentemente nulla, se non fosse che ogni volta che ci incontriamo per le nostre riunioni o per lavorare nel bosco ci organizziamo portando ciascuno qualcosa da mangiare! :-) Una grande famiglia insomma e chissà che non ci venga in mente di accogliere i turisti in una foresteria visto che tra di noi c'è anche una bravissima cuoca. Stay tuned!

Che altro dire? Ah sì, da un mesetto collaboro con Nèura Magazine, che si occupa di arte contemporanea e cultura. Ne sono molto orgogliosa e vi invito a visitare il sito!

Ok, per oggi è tutto. Qualche giorno fa abbiamo fatto i canederli, prometto di postare al più presto ricetta e foto. Un bacio grande e buona giornata. Cris

giovedì 24 gennaio 2013

Piatto unico - Pollo al curry, mele e yogurt

Oggi riflettiamo, e vogliamo farlo con voi. Abbiamo letto questo post nel blog Lost in Kitchen, e ci siamo chiesti cosa facciamo qui, in questo mondo bulimico di ricette, che si perdono nella rete, in tv, ovunque. Centinaia di corsi di cucina, centinaia di libri, decine di programmi televisivi e video sul web che spiegano tutti i passaggi. Come ci è venuto in mente di aprire un blog di cucina tra milioni di foodbloggers nati da 5, 6 anni, ormai famosissimi, che scrivono ricette per note riviste o aprono piccoli ristoranti? Bella domanda.
Noi non sappiamo cucinare. Abbiamo assorbito anni di cucina di nonne e mamme. Ci piace mangiare. Così, da coppia che cerca di trovare interessi comuni abbiamo iniziato a rifare ricette di altri e piano piano a inventarne di nostre. Ci proviamo, questo sì. A volte con allegria e spontaneità, a volte prendendoci molto sul serio e rimanendo davvero male se la ricetta non viene come avevamo immaginato. Ecco, la passione è ricerca, e noi stiamo muovendo i primi passi lungo questo cammino e ad ispirarci sono stati blog di cucina come quello di Giovanna.
Facciamo parte di Gente del Fud (sì, è una delle nostre novità di quest’anno) perché ci piace scoprire i piccoli produttori e poterli valorizzare, ci piace il contatto col territorio, con le tradizioni, con le persone soprattutto! Quel mettersi seduti intorno a un tavolo di legno ad assaggiare, che so, un formaggio mentre chi lo ha fatto racconta fatiche e passioni. Perché la cucina è storia, amore, consolazione, è ritrovarsi impastati fino ai gomiti, con la farina sul viso, il naso appiccicato alle vetrine di una pasticceria per rubare segreti, le ore che passano veloci al mercato della verdura, sentirsi soddisfatti nell'avere una libreria carica di riviste e "libri sacri", l'orgoglio che arriva alle stelle quando sforni per la prima volta un soufflé che non s'ammoscia, il cuore che si scalda col profumo dei biscotti che invade le scale di tutto il condominio, mangiare al ristorante e chiedersi "secondo te quale spezia dà questo sapore?" e finire col conoscere il cuoco e chiacchierarci fino a mezzanotte col grappino offerto che lascia il segno... La cucina è emozione, ma è soprattutto vita. Noi siamo questo, e non ci importa di essere notati nello tsunami di foodblogs/riviste/programmi tv. Ci importa però molto di conoscere chi passa di qui, anche solo per una volta, perché il bello del blog è che si può comunicare, ci si scambiano consigli, conoscenze, affetto, non solo ricette tra milioni di ricette. Dietro ogni blog ci sono persone, normalissime persone che condividono una passione. Forse è questa la direzione che dovrebbe prendere oggi il blog di cucina.

Detto questo, vi regaliamo uno dei nostri piatti preferiti. Il pollo viene direttamente dalla mini-fattoria di nonna Giulia - così come le verdure; il curry lo abbiamo acquistato in un negozio equosolidale; lo yogurt lo ha fatto una nostra amica con il latte di un’azienda agricola della zona, a km 0. Questo per dire che anche un piatto tipico della tradizione gastronomica orientale possiamo farlo diventare nostro mettendoci il cuore e gli ingredienti di casa. Non importa quante centinaia di ricette esistono per il pollo al curry, questa è la nostra.

Pollo al curry, mele e yogurt

Ingredienti:
1 grosso petto di pollo (oppure un pollo intero tagliato a piccoli pezzi)
1 cipolla bianca media
1 spicchio d’aglio
2 carote
1 mela smith
1 pomodoro cuore di bue
2 cucchiai di curry
1 vasetto di yogurt bianco
olio evo q.b.
sale q.b.

Il procedimento è facile facile.

Spellate (se necessario) e tagliate a pezzetti il pollo. In una padella grande fate scaldare mezzo bicchiere di olio evo e versate sopra i bocconcini di pollo, facendoli rosolare bene da ogni lato, per circa 15 minuti a fuoco basso. Ora potete salare, aggiungere un cucchiaio di curry, amalgamare bene e togliere il pollo dalla padella versandolo in una ciotola di ceramica. A questo punto aggiungete nella ciotola un vasetto di yogurt e mescolate bene. Lasciate riposare.


Nel frattempo, sul fondo di rosolatura della padella, fate appassire cipolla e aglio tritati finemente, poi aggiungete il pomodoro tagliato a tocchetti e la carota a rondelle. Fate cuocere 5 minuti e poi aggiungete il pollo e un bicchiere di acqua bollente (o brodo di pollo) per far stufare il tutto per circa 15 minuti. Tagliate la mela a dadini e aggiungetela agli altri ingredienti in padella, insieme a un altro cucchiaio di curry. Se necessario, aggiungete altro brodo e aggiustate di sale. Il sughetto deve risultare denso, cremoso e abbondante. Fate cuocere altri 10 minuti mescolando di tanto in tanto.
Portatelo in tavola ben caldo, accompagnato da riso basmati che potete anche amalgamare direttamente in padella con il pollo, se vi piace. Ecco fatto. Un piatto unico buonissimo, veloce e sano se fatto con ingredienti selezionati. Cosa ne pensate? Un bacio e buon weekend!


lunedì 21 gennaio 2013

Dolci - Biscotto di Sant’Antonio

Il 17 gennaio il calendario dei Santi ricorda Sant’Antonio Abate. Dalle nostre parti si festeggia in modo molto simpatico perché la domenica successiva (cioè ieri) si portano gli animali - domestici e non - in chiesa per la benedizione. Cani, gatti, criceti ma anche cavalli, pecore, maialini J In alcuni paesi si allestiscono anche grandi falò davanti al piazzale delle chiese principali. È una bellissima tradizione, della quale fa parte anche il biscotto di Sant’Antonio, una sorta di pane dolce, a forma di grande ciambella che profuma di anice e alloro. Ottimo da gustare inzuppato nel vino!

Sabato a casa di mamma Pia (la mamma di Cristina) si è tenuto un corso di panificazione con la cuoca Valentina Bartoccini. Ecco una foto-summa della giornata:


Nell’attesa che si lievitassero le tante varianti di pane, panini e torte di pane farcite, abbiamo fatto il biscotto di Sant’Antonio per rispettare la tradizione.

Questa dose ci ha fatto preparare 4 biscotti, quindi regolatevi con le proporzioni!
Ingredienti:
3 uova (più 1 per spennellare le ciambelle)
1 quartino di vino bianco secco
1 quartino di salamoia tiepida (acqua e un cucchiaino di sale)
30 g di anice
2 cubetti di lievito di birra
3 cucchiai di zucchero semolato
1 bicchiere d’olio evo
farina q.b. (per questa dose circa 800 g)
20 foglie d’alloro per la base

La prima cosa da fare, la sera prima, è far macerare l’anice nel quartino di vino. Poi sciogliete il lievito di birra in poca acqua tipeida. Quindi impastate tutti gli ingredienti, aggiungendo la farina piano piano, finché il composto sarà omogeneo. Noi, dobbiamo ammetterlo, stavolta eravamo attrezzatissimi e abbiamo usato il Kenwood di Valentina con lo strumento K che è davvero una meraviglia… (mamma, se sei in ascolto, regalacelo!!!) J


Dividete quindi l’impasto in 4 pezzettoni e formate con ciascuno una grande ciambella. Ungete con olio 4 teglie tonde, sistemate 5 o 6 foglie di alloro sulla teglia e appoggiate sopra la ciambella. Lasciate lievitare per un’ora e mezzo.


Dopo la lievitazione spennellate le ciambelle con un uovo sbattuto.


Se avete il forno a legna, infornate a 300° per circa 20 minuti. Se vedete che la superficie diventa dorata troppo presto, dovete aprire il forno e infilare un lungo foglio di carta forno per coprire le ciambelle. Prima della fine della cottura spennellate le ciambelle con vino bianco e zucchero e infornate per altri 5 minuti.


Godetevi il profumo che esce dal forno, fatele poi freddare e buon appetito!!

venerdì 18 gennaio 2013

Dolci - Muffins cioccolatosi con farina di castagne

Ciao carissimi, come state? Programmi per il weekend? Qui da noi ieri sono scesi i primi fiocchi di neve che hanno imbiancato tutta la montagna e il paese. Uno spettacolo! Il clima ci ha suggerito di provare la farina di castagne che abbiamo acquistato la scorsa settimana in un negozio di prodotti tipici. Da noi le castagne sono un prodotto DOP.

Ingredienti per 8 muffins

250 g Farina di castagne
2 cucchiaini di lievito per dolci (vanigliato o no a vostro piacimento)
150 g zucchero semolato
1 cucchiaino di cannella
100 g cioccolato fondente
280 ml latte
40 g olio d’oliva
50 g uva sultanina
mezzo bicchierino di grappa bianca
50 g pinoli
sale
acqua
zucchero a velo

Mettete a bagno l’uva sultanina in una ciotolina con mezzo bicchierino di grappa bianca e mezzo d’acqua. Setacciate la farina di castagne, il lievito, la cannella e lo zucchero semolato in una ciotola grande, amalgamate con un cucchiaio di legno. Sciogliete a bagnomaria il cioccolato fondente, insieme a 20 ml di latte. In un’altra ciotola sbattete con le fruste il latte rimasto e l’olio, unitevi poi il cioccolato fuso e intiepidito. Unite i liquidi nella ciotola grande con i solidi, un poco alla volta, continuando a mescolare con le fruste (o la planetaria). Aggiungete infine i pinoli (tenendone da parte 1/3 per guarnire) e l’uvetta sgocciolata.


Riempite gli stampi e mettete in forno preriscaldato a 180° per 30/35 minuti. Questi muffins ci impiegano un po’ più degli altri a cuocere, quindi vi consigliamo di fare sempre la prova dello stecchino prima di toglierli dal forno.

Quando sono freddi , se volete, potete cospargerli di zucchero a velo.
Se vi piacciono i sapori intensi, come quello della farina di castagne, questi dolcetti sono buonissimi! Modestamente… J

martedì 15 gennaio 2013

Primi - Zuppa di patate e lenticchie... con fiaba

Un caro saluto a tutti, come state? Noi abbastanza bene, abbiamo tante novità da raccontarvi e lo faremo presto in un post dedicato. Questa ricetta, accompagnata da una storia, la scriviamo per un contest molto bello “Raccontami una ricetta” del blog Il Mondo da scoprire.


C’era una volta una vecchina che viveva in una bellissima casa rossa in mezzo al bosco. Era una donnina molto dolce e allegra, la sua casa era decorata con tanti fiori, tovagliette di pizzo, barattoli pieni di biscotti e cioccolatini. Vicino al bosco c’era un villaggio e la domenica i bambini, finiti i compiti di scuola, giocavano insieme correndo a bussare alla porta della casa rossa. La vecchina era sempre felice di vederli. D’inverno faceva sedere i bambini intorno al suo grande camino e gli raccontava storie fantastiche, piene di magia, lasciandoli a bocca aperta.

Un giorno le mamme del villaggio - preoccupate perché i loro bambini si rifiutavano di mangiare la verdura - decisero di andare a trovare la vecchina per chiederle aiuto. Lei ne fu molto felice perché si sentì di nuovo utile e importante per i giovani del villaggio. La domenica successiva aspettò i bambini nel suo orto e quando questi arrivarono si fece aiutare a sistemarlo: gli insegnò a riconoscere le piante di patate da quelle di carote, a strappare le erbacce, a cogliere pomodori e zucchine. I bambini si divertirono molto e, sporchi di terra e stanchi, iniziarono ad avere tanta fame! Così la vecchina li accompagnò in casa e si fece aiutare a preparare una bella zuppa calda con alcune verdure che avevano colto insieme e con altre conservate nei bellissimi barattoli della sua dispensa di legno. I piccini impararono che le lenticchie per essere ancora più buone devono essere tenute a bagno in acqua fredda per molte ore, come aveva fatto la vecchina quando le mamme erano andate a chiederle aiuto - (furbetta, eh? J)!
I bimbi si divisero in due gruppetti, tutti con il loro grembiulino colorato che la vecchina aveva cucito con tanto amore. Un gruppo tritò la carota, il sedano e la cipolla, poi in un tegame con un filo d'olio fece soffriggere queste verdure con l'aglio intero (poi tolto) e la pancetta. L’altro gruppo nel frattempo pelò e tagliò le patate a tocchetti. Poi tutti insieme aggiunsero le patate al soffritto, per farle insaporire, e dopo qualche minuto aggiunsero anche le lenticchie e due cucchiai di polpa di pomodoro.

La vecchina guidava i bimbi in ogni fase della ricetta e vide la loro allegria nel cucinare tutti insieme. Alla fine coprì gli ingredienti con il brodo vegetale, aggiunse sale pepe e un cucchiaino di finocchio selvatico essiccato, e lasciò cuocere con il coperchio e a fuoco lento per circa 30-40 minuti. I bambini erano impazienti di mangiare quello che avevano cucinato con le loro mani, così la vecchina li distrasse facendogli scrivere su foglietti colorati tutti gli ingredienti, per poter regalare la ricetta alle loro mamme:

Ingredienti (per 4 persone):
300g di lenticchie
4 o 5 patate gialle
100 g di pancetta
1 cipolla rossa
1 carota
1 spicchio d’aglio
1 gambo di sedano
2 cucchiai di passata di pomodoro
olio extravergine di oliva
brodo vegetale
sale
pepe
peperoncino
finocchio selvatico essiccato

Mentre dettava ai piccoli ospiti gli ingredienti, tolse la zuppa dal fuoco e preparò i piatti, decorandoli con un filo d’olio e due fette di pane di grano duro tostato. Chiamò i bimbi a tavola per mangiare tutti insieme e fu felicissima e soddisfatta di vederli così entusiasti e sorridenti nel mangiare le verdure!
Tornati a casa i bambini raccontarono tutto quello che avevano fatto e portarono in dono la ricetta alle famiglie per poterla preparare di nuovo insieme a mamma e papà.

giovedì 3 gennaio 2013

Dolci - Muffins all'arancia e mirtilli rossi

Buonasera a tutti! Come state? Noi ci stiamo godendo qualche giornata di vacanza in campagna, tanto per cominciare l'anno nuovo con un ritmo rilassato che speriamo duri il più a lungo possibile. Così, tra uova di gallina da raccogliere, cani e gatti da far mangiare, legna da sistemare e tramonti da ammirare ci è venuta una certa fame!

Più che fame direi voglia di qualcosa di buono… J Abbiamo ceduto alla muffin-mania ehehe

Carta e penna per gli ingredienti:

220 g farina 00
110 g zucchero semolato
2 uova
110 ml olio di semi di girasole
1 vasetto di yogurt bianco
1 bustina di lievito vanigliato
1 arancia non trattata
50 g di mirtilli rossi essiccati
1 cucchiaio di Alchermes (facoltativo)

Il procedimento è semplice semplice. Prima di tutto scaldate il forno a 180°. Nel frattempo preparate il composto: noi abbiamo usato le fruste elettriche per amalgamare bene tutti gli ingredienti, prima quelli liquidi (uova, olio, yogurt, alchermes, 2 cucchiai di succo d’arancia), poi abbiamo aggiunto lo zucchero sempre sbattendo con le fruste e infine la farina. A questo punto abbiamo aggiunto il lievito, poi la scorza grattugiata dell’arancia e i mirtilli.


Sbattete bene il composto così che incorpori l’aria e versatelo negli stampini da muffin, precedentemente imburrati e infarinati. Il nostro consiglio in verità è di mettere in ogni stampo un pirottino di carta, ma noi questa volta ne eravamo sprovvisti. Comunque, vengono bene lo stesso!


Infornate a 180° per 20 minuti, finché risulteranno dorati in superficie. Spegnete il forno e lasciateli raffreddare lì, aprendolo un po’. Una volta tolti dallo stampo potete cospargerli di zucchero a velo, o di una glassa preparata da voi. Gnam gnam! J


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